La vita cosmopolita di Ekkehart Krippendorff fra la Germania, gli Stati Uniti e l’Italia. Un ricordo di Peter Kammerer
Urbino/Berlino – Il 27 febbraio è morto a Berlino Ekkehart Krippendorff. La sua vita è veramente “una vita tedesca”, trasformata in una vita cosmopolita, internazionalista. Nato nel marzo 1934 a Eisenach, ai piedi della Wartburg dove Lutero fuggiasco tradusse la Bibbia, da bambino subisce la retorica militarista e nazista, per diventare poi, due decenni dopo, un pioniere degli studi sulla pace (la Friedensforschung), una disciplina diventata in Germania, soprattutto per merito suo, anche insegnamento accademico. Ancora negli ultimi mesi di vita il suo interesse si concentrava sull’infanzia sotto il nazismo e sulla domanda: come fa un bambino o un giovane ad uscire dal condizionamento di una propaganda travolgente?
Sapeva che si vive anche oggi sotto il tallone di un’ideologia dolce e terribile che ci toglie la forza di resistere, preparandoci a nuove guerre. La sua autobiografia “Lebensfäden” (2012) resta uno dei documenti più straordinari di questa ricerca, rifiutata da tutte le grandi case editrici che prima avevano pubblicato i suoi libri (tradotti anche in italiano) sulla politica internazionale, su Goethe e su Shakespeare.
Un nuovo coraggio civile
Nei primi anni sessanta molti giovani tedeschi (occidentali) diventano “radicalmente democratici” grazie alle loro esperienze negli Stati Uniti scossi dalle lotte civili. Anche Krippendorff torna entusiasta da studi a Harvard, Yale, Columbia University, scrive nel 1963 una critica della guerra in Vietnam (cosa più unica che rara nella Germania occidentale) e porta alla Freie Universität di Berlino un nuovo coraggio civile e nuovi metodi di lotta.
Il ’68 tedesco inizia nel 1965 con il “caso Krippendorff” licenziato come assistente perché “disobbediente” e non rispettoso delle regole gerarchiche. Presso l’università “libera” esisteva una lista di persone “indesiderate” perché critici delle tendenze verso la restaurazione in atto nella Bundesrepublik. Il caso esplode quando Krippendorff rende pubblica questa prassi, viene licenziato e gli studenti si ribellano chiedendo: “vogliamo discutere con qualsiasi persona su qualsiasi tema in qualsiasi momento”.
Negli Usa Krippendorff ha conosciuto Eve Slatner che da bambina è stata salvata a Praga grazie a uno degli ultimi “trasporti di bambini ebrei”. Eve diventa sua moglie e nasceranno, ormai in Italia, i due figli Filippo e Davide. In Germania la carriera universitaria per Krippendorff è bloccata dal veto dei ministri competenti. Una specie di Berufsverbot. Tra il 1970 e il 1979 Ekkehart insegna quindi alla John Hopkins di Bologna e all’Università di Urbino. Inutile dire che partecipa attivamente ai movimenti politici e collabora con Il Manifesto. Riesce a tornare in Germania, a Berlino, solo nel 1978 e lascia l’università nel 1999.
Un nuovo modo di fare politica
Continua a scrivere e a fare politica. Sua è una delle poche analisi sul carattere intrinsecamente antidemocratico della politica estera, del rapporto tra stato e guerra, sua è alla fine degli anni ’90 la scoperta di un Francesco d’Assisi “nostro contemporaneo per un nuovo modo di fare politica”. Il filo rosso che attraversa tutte le sue ricerche è il rapporto tra etica e politica, analizzato nel libro “L’arte di non essere governati” (2000). Assiste al declino degli studi accademici sulla pace in una Germania che non considera più la pace come parte delle scienze umane, affidando la sua “politica di pace” a interventi militari sempre più numerosi.
Quando si svolge nel 2008 un convegno a Lipsia per festeggiare i 40 anni della Friedensforschung i partecipanti vengono a sapere che proprio l’aeroporto di Lipsia viene usato dagli Usa nella loro “guerra al terrorismo” per inviare i prigionieri da torturare verso altre destinazioni (Egitto, Polonia, etc.). Il convegno si mostra impressionato, ma Krippendorff rimane isolato con la sua proposta di un’azione pubblica all’aeroporto. Come svolgere attività politica quando i presupposti dell’azione comune e lo spazio stesso della politica vengono meno? La risposta di Ekkehart è stato un dialogo sempre più approfondito con Shakespeare e Goethe: eros, estetica, politica. Ha voluto cambiare la Germania e il mondo, e ha dato a questo obiettivo un contributo straordinario.
Il testo di Peter Kammerer è uscito anche sul quotidiano “ il manifesto” (2/3/2018)
Ekkehart Krippendorf: Lebensfäden – Zehn autobiographische Versuche. Verlag Graswurzelrevolution, Heidelberg. 476 Seiten, 24,90 Euro
Homepage von Ekkehart Krippendorf auf dem Server der FU-Berlin
Zur Person von Peter Kammerer siehe hier
Nachtrag
Ekkehart Krippendorff und Peter Kammerer haben zusammen ein “Reisebuch Italien. Über das Lesen von Landschaften und Städten” geschrieben. Die Veröffentlichung im Rotbuch Verlag, Berlin (in zwei Bänden zuerst 1979, dann als erweiterte und überarbeitete Neuausgabe in einem Band 1990) hat eine ganze Generation von Italienreisenden kurz vor und an der Wende zum 21. Jahrhundert geprägt. Die Autoren haben mit dem Buch zudem eine Welle von kritischer Reiseliteratur ausgelöst – “zur Dechiffrierung dessen, was sich den Sinnen darbietet: Landschaften, Städte, Monumente – bis hin zu Friedhöfen”, heißt es im Vorwort zur Neuausgabe 1990.
Der Mailänder Literaturkritiker und Germanist Cesare Cases schreibt in einem Essay zum Geleit des Buches: “Dass Italien jemals von den Deutschen nur als musealer Wunschtraum aufgefasst wurde, ist entschieden zu bestreiten. Lebhaftes Interesse für Leben und Wirken des Volkes war sowohl beim ‘unpolitischen’ Goethe – dass seine Politik nur eine andere und vielleicht eine bessere war, haben in letzter Zeit Adolf Muschg und gerade unser Krippendorff in wichtigen Essays nachgewiesen – wie beim überpolitischen Seume zu finden.” Und Cases kommentiert: “Italien ist nach so vielen Italienreisen noch eine Reise wert. Mit dem Reisebuch in der Hand kann sich diese Reise vom scheußlichen Massentourismus gründlich unterscheiden. (…) Also: ein widerspruchsvolles, dialektisches, oft zu Verzweiflung treibendes Italien wird hier geschildert, aber gerade aus diesen Widersprüchen geht ein positives Bild hervor, das mit dem gedankenlosen Farbbildtourismus nichts gemeinsam hat.”
Dazu Peter Kammerer:
„Ende der 70er Jahre entstand unser Reisebuch als Antwort auf die vielen Fragen, die uns die deutschen Freunde und politischen Pilger ständig über Italien und seine politische Kultur stellten. Wir haben versucht, diese wirklich einzigartige Kultur in ihre Landschaft und Geschichte einzuordnen, sie als Ergebnis einer jahrhundertealten Entwicklung zu sehen. Wir waren gewiss, dass wir damit auch Zukunft beschreiben und Wege aufzeigen.
Es ist völlig anders gekommen: innerhalb von zwei Jahrzehnten ist diese Kultur vernichtet und ausgelöscht worden und unser Reisebuch wurde zum archäologischen Dokument. Aber als Erinnerung an eine andere Zeit und ein anderes Italien haben die zwei Bände eine neue Funktion bekommen.“
Das „Reisebuch Italien“ von Peter Kammerer und Ekkehart Krippendorff ist antiquarisch zu erwerben unter anderem bei booklooker.de